Epson e HP: le cartucce di inchiostro col microchip

Non sapete più da che parte girarvi tra stampanti, inchiostri, toner e cartucce? Nella marea di opzioni che esistono è bene fara chiarezza. Di seguito parleremo più approfonditamente delle cartucce per stampanti a getto di inchiostro che montano un sistema con microchip.

Lo sconosciuto mondo dei consumabili di stampa

L’acquisto di una stampante, magari trovata anche a basso costo, è sempre seguito da acquisti successivi di consumabili di stampa, ovvero le cartucce. Con questo termine si possono intendere dei toner che contengono inchiostro in polvere, degli inchiostri solidi oppure dei piccoli serbatoi dove è contenuto dell’inchiostro che verrà, attraverso le testine e gli ugelli, fissato sul foglio di carta che vogliamo riprodurre. Queste ultime sono definite da tutti cartucce, ma se analizziamo quelle di differenti marchi, possiamo notare che alcune di esse sono semplici serbatoi mentre altre hanno un microchip ben visibile integrato.

Vantaggi e svantaggi del microchip

La presenza del microchip è tipica nelle stampanti Epson e Hp, mentre invece molte Canon ne sono prive. Il microchip permette, oltre a controllare automaticamente il livello di inchiostro, di rendere l’installazione della cartuccia molto veloce. Oggi il chip si sta diffondendo anche nei toner che prima ne erano privi. E’ possibile ricaricare la cartuccia con il microchip con dei kit di ricarica reperibili nei negozi di inchiostri e cartucce compatibili o ricaricate, ma non è sempre una facile operazione perché spesso la cartuccia non viene riconosciuta dalla stampante. Tra gli altri svantaggi possiamo annoverare il fatto che tali cartucce memorizzano il livello di inchiostro presente nel serbatoio comunicandolo al computer che rileva quindi il livello di riempimento stimato. Questo sistema, che a molti può sembrare un vantaggio, non rileva effettivamente l’inchiostro contenuto nel serbatoio e obbliga il consumatore a sostituire la cartuccia quando il pc afferma che è vuota e non quando lo è realmente.

Le cartucce con il microchip sono poi più costose di quelle che ne sono prive. Inoltre, se vogliamo entrare nel mondo delle cartucce compatibili, è molto difficile trovare una cartuccia compatibile di questa tipologia: esistono, però il loro prezzo è quasi identico a quelle originali per via della presenza del microchip e inoltre non tutte le stampanti sono in grado di riconoscerle correttamente. Infine, molte cartucce per modelli più recenti di stampanti di ultima generazione non sono più compatibili con le versioni più vecchie a differenza di prima.

Cartucce inkjet e scadenza

Bisogna inoltre ricordare che le cartucce per stampanti a getto d’inchiostro hanno una scadenza dopo la quale non solo non è garantito che l’inchiostro contenuto sia ancora utilizzabile (asciugandosi, infatti, compromette quindi la qualità della stampa), ma per molte stampanti non è nemmeno garantita la riconoscibilità della cartuccia ancora intonsa ma “scaduta” (ciò avviene dopo circa due anni). Una cartuccia che magari è ancora valida, ma è scaduta, può essere rifiutata dalla stampante a causa del chip integrato in essa. A tale problema si può ovviare sostituendo il chip con uno ancora valido, ma non è una operazione semplice.